domenica 3 febbraio 2013

La risorsa!



Molte persone di diverse età e da diverse generazioni si sono riempite la bocca parlando di risorse umane, i giovani come vera risorsa… ma come spesso accade ognuno interpreta queste affermazioni con conclusioni  inaspettate.
Il termine risorsa umana, in realtà, è diventato di uso corrente dal 1965 quando Raymound Miles rinnovò e stravolse la teoria di Frederick Winslow Taylor adatta ad un mondo industriale dei primi del ‘900, ma incompatibile con il mondo della conoscenza attuale. In un mondo in cui regnava l’industria si doveva disegnare il prototipo di lavoratore ideale, adatto a certe catene di montaggio e quindi trovare le persone che entrassero in quegli "stampini". In un mondo in cui vince la conoscenza (cioè le idee, l’innovazione e la ricerca), le Risorse non sono le macchine e le persone che lavorano come esse, ma le menti creative che sanno adattarsi ai rinnovamenti trovando soluzioni.
Ora non solo tutte le considerazioni  sopra elencate sul concetto di risorsa umana in Italia non esistono e se esistono sono corrotte o corruttibili ma vengono costantemente ostacolate  e boicottate. Il governo stesso tramite leggi e burocrazia  impedisce che una realtà del genere possa nascere e sopravvivere nel nostro paese.  Penso sia alle aziende che non sono messe nella condizione di garantire tale trattamento ai suoi dipendenti sia ai giovani neolaureati o specializzati che non riesco ad ottenere  lo status di risorse pronte ad accedere al mondo del Lavoro (pagato).

In Italia c’è l’esigenza di specificare che i giovani sono un importante risorsa del paese, cosa che dovrebbe essere ovvia. Siamo una risorsa sulla quale lo stato stesso ha investito  cifre importanti, capitali e invece di creare un accesso al mondo del lavoro tutte le più importanti istituzioni si adoperano  a creare uno sfruttamento o meglio una  schiavizzazione!!!

Perché i giovani sono importanti?
Nel nostro sistema società la parte che garantisce la sopravvivenza economica e finanziaria dello stato è, semplificando, solo una parte di tre che deve produrre e guadagnare sufficientemente per se stesso e per gli altri due gruppi rappresentati  dai bambini e dagli anziani.

1 gruppo, neonati, bambini, adolescenti, ragazzi ed in base alle loro scelte questa fascia può arrivare a studenti universitari quindi può comprende individui dai 0 ai 25 anni.

2 gruppo, neo laureati, lavoratori, ricercatori tutti coloro che possono essere compresi in una fascia d’età tra i 20 e i 65 anni, ma il gruppo che potenzialmente produce più reddito è il sottogruppo, composto da menti giovani che i matematici generalmente restringono da 20 a 35 anni (la risorsa).

3 gruppo, pensionati, malati, etc. fascia d’età che va tra i 65 e oltre.

Perché non realizzare un  organismo che garantisca una accessibilità al mondo del lavoro che parta dai 23 anni e non dai 40anni?

Usare l’esperienza  come strumento di consiglio e non per generare  paure, freni e irrigidimenti; al contrario, considerare ciò che è  chiamata inesperienza come una caratteristica anche di audacia e capacità di adattamento in grado di assorbire più facilmente le novità e gli aggiornamenti .

Si dovrebbe creare un sistema dove non è il giovane di 20 anni a fare il volontario o  lo stagista ma usufruire delle esperienze dei pensionati che tramite il loro volontariato potrebbero accelerare il processo di assunzione dei giovani.

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